In arrivo altre cattive notizie per chi ha un mutuo a tasso variabile: se il prossimo 2 febbraio la Banca Centrale Europea dovesse confermare un nuovo incremento dei tassi di 50 punti base, la rata di un finanziamento medio potrebbe salire nei prossimi mesi di quasi 35 euro.
Lo si evince dai dati dell’indagine diffusi da un famoso portale, specializzato in attività di comparazione di prodotti online di diversi campi. Ad essere oggetto di analisi è stato un finanziamento a tasso variabile da 126mila euro in 25 anni sottoscritto a gennaio 2022.
Il tasso (Tan) di partenza sottoscritto a gennaio 2022 era a 0,67%, corrispondente a una rata di 456 euro. A partire dalla seconda metà dello scorso anno la rata ha iniziato a salire considerevolmente arrivando, a gennaio 2023, a 619 euro: adesso, se la Bce decidesse di aumentare i tassi di altri 50 punti base e l’Euribor crescesse in modo analogo, la rata mensile arriverebbe a 653 euro, 197 euro in più rispetto a gennaio 2022
Questo significherebbe che in poco più di un anno il mutuatario arriverebbe a pagare una rata più pesante di oltre 195 euro, circa il 43% in più rispetto a quella iniziale.
Inoltre, gli esperti, analizzando le aspettative di mercato (Futures sugli Euribor), prevedono un’ulteriore crescita degli Euribor a 3 mesi, con l’arrivo al 3,4% a giugno 2023. Se le previsioni fossero corrette, questo significherebbe che la rata del mutuatario preso in esame arriverebbe a ben 711 euro, 255 euro in più rispetto a quella sottoscritta a gennaio 2022.
Ma cosa si può fare per rimediare a questa eventualità? Scopriamolo insieme.
Come rimediare all’aumento delle rate dei mutui a tasso variabile
Per rimediare e tutelarsi da questo eventuale aumento delle rate dei mutui a tasso variabile la soluzione è una sola: la surroga.
La surroga è la possibilità di cambiare il vecchio mutuo con un nuovo finanziamento, con la propria banca o un altro istituto finanziario, a condizioni migliori. Ovviamente, questo non è il momento migliore per effettuarla perché le condizioni di mercato non sono le migliori.
Importante: non bisogna confondere la surroga con la rinegoziazione.
Cos’è la rinegoziazione
Inserita nella Legge di Bilancio 2023, la rinegoziazione del mutuo riguarda la possibilità di trasformare il proprio mutuo da variabile a fisso se il debito residuo è inferiore a 200mila euro, l’Isee non è superiore a 35mila e non si sia mai stati in ritardo nei pagamenti.
Il tasso dell’operazione è pari al minore tra Eurirs a dieci anni ed Eurirs di durata uguale a quelle del residuo del mutuo più lo spread originario del variabile.